Premio Nobel dell’economia 2010: Diamond, Mortensen e Pissarides

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Il Premio Nobel 2010 all’economia è stato assegnato a Peter Diamond, Dale Mortensen e Cristopher Pissarides per la loro analisi dei mercati con “vischiosità” (frizioni), in particolare nel caso del mercato del lavoro. 
I modelli sviluppati dai tre premiati studiano le politiche economiche che aumentano o riducono tali vischiosità. Il premio quindi riporta al centro dell’attenzione accademica lo studio delle condizioni della (dis-)occupazione, in un momento in cui la crisi globale obbliga i governi a ricercare policy efficienti e low-cost per contrastare la disoccupazione.
Peter Diamond insegna economia pubblica al MIT. Dei tre è forse il più eclettico e di certo il più noto, avendo fornito contributi in diversi campi dell’economia, a cominciare dall’economia del benessere. Merita di essere ricordato in tal senso il teorema di Diamond-Mirrless (quest’ultimo già premio Nobel nel 1996). Di recente la sua candidatura nel Board della Federal Reserve, voluta dal Presidente Obama, è stata bocciata dal Senato ostacolata in particolare dai Repubblicani.
Più specifico è invece il campo di ricerca di Dale Mortensen (Northwestrn University) e del cipriota Pissarides (London School of Economics). Ambedue, anche in lavori scritti insieme, hanno infatti concentrato la propria analisi sul mercato del lavoro. 
In Italia, Tito Boeri ha seguito e segue alcuni dei risultati di questi due autori nell’avanzare proposte di riforma del Welfare State italiano. 
In sintesi, il filone di ricerca per cui i tre sono stati premiati può essere fatto risalire agli anni 60-70 quando autori come Alchian e Phelps hanno proposto lo studio delle frizioni all’interno del mercato del lavoro, oggi noto come search theory. 
L’intuizione di base di questa teoria è che la disoccupazione sia dovuta al fatto che l’attività di ricerca nel mercato del lavoro sia un’attività rilevantemente costosa. Emerge quindi un problema di massimizzazione del tempo tra lavoro e tempo libero, a cui si aggiunge il tempo speso nell’attività di ricerca di un nuovo o migliore posto di lavoro. Per una survey liberamente accessibile sul tema si rimanda a un articolo di Dale Mortensen, sebbene un po’ datato e in inglese, QUI. La search theory è stata negli anni 70-80 affinata dai modelli di matching, di cui i tre vincitori del premio hanno fornito i contributi più importanti. Paul Diamond ha analizzato i problemi di matching nell’intera economia evidenziando la possibilità di equilibri multipli, mentre Mortensen e Pissarides si sono focalizzati, come detto, in particolare sul mercato del lavoro.
Probabilmente la maggior debolezza di questa impostazione è che per certi gradi le vischiosità sono descritte ma non fondate teoricamente. Quel che si ottiene è una teoria in grado di stimare il matching, ma che lascia oscuri, in una black-box, i motivi teorici della costosità di tale processo. A testimonianza di questo si veda l’articolo di Pissarides scritto a quattro mani con l’italiana Barbara Petrongolo, proprio dal titolo Looking into the Black Box: A Survey of the Matching Function (JEL, 2001). Questo ci permette quindi di tracciare un interessante punto di incontro possibile tra i Nobel 2010 e i Nobel 2009 (Ostrom-Williamson), dato che questi ultimi hanno fornito una micro-fondazione delle frizioni del mercato nota come Teoria dei Costi di Transazione.   

da MP News dell’ 11 ottobre 2010

 

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